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giovedì 12 giugno 2014

La competitività



Qualche tempo fa ho visto un bel dibattito a Uno Mattina, fra il Professor Bagnai e un professore aziendalista della Luiss.
A un certo punto quest'ultimo tira fuori le solite belle metafore sportive per inneggiare alla competizione e alla necessità di “competitività”. “L’asticella”, quel bel linguaggio vibrante della gara sportiva, quel "vinca il migliore" per incoraggiare la sana competizione e far emergere i più bravi, come la vedono gli economisti alla Zingales.
Solo che, diversamente da quanto avviene alle Olimpiadi, nella vita o in azienda chi non vince la gara non si limita a perdere per poi provare a vincere la volta successiva, ma viene ridotto in miseria,  umiliato o messo ai margini.
E a me questa idea di società come perpetua competizione tra tutti, anche con le migliori regole, ipotesi già di per sé ottimistica e utopica, ricorda tanto una versione appena ritoccata della legge della giungla.

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