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sabato 1 marzo 2014

L’ultimo dei giapponesi


 
Caro Dipendente Riluttante,
voglio raccontarti un altro malinconico episodio a cui ho assistito in questo triste crepuscolo che stiamo vivendo nell'azienda in cui lavoro e che mi è sembrato simile a quello a cui si riferisce l'immagine che ti allego.
Ma nell'episodio che voglio raccontare però la scena non è quella di un atollo del pacifico con palme e sole a picco; e con dei turisti americani che gironzolando incontrano un barbuto e stracciato orientale con mitra arrugginito e katana in pugno. La scena è invece quella di in una storica azienda italiana a partecipazione statale, uno degli ultimi baluardi di quella grande industria che fu. Da anni in difficoltà di bilancio, il suo migliore destino sarà quello di essere svenduta a qualche gruppo straniero sbarcato per far spesa in Italia.
 
Siamo allo “Staff Meeting”, riunione liturgica mensile consacrata dalla massima dirigenza in capo (notare l’inglesismo aziendalese stesso che sta a dimostrare la banalità dell’evento e la perdita di tessuto culturale e professionale a cui è soggetta la Società).
Un giovane quadro, rampante, rasato ed incravattato nel suo consueto intervento davanti ai dirigenti responsabili, pensando di fare cosa gradita all’istituzione, dichiara apertamente che “il mio cuore batte per questa Business Unit e per questo lo butto sempre oltre l’ostacolo”.
Da notare che, se avesse pronunciato qualche mese prima questa fatidica frase, sarebbe stato messo su un piedistallo e pubblicamente elogiato davanti agli astanti invidiosi dell’occasione persa di dire la medesima frase.
E’ per questa motivazione che il nostro intempestivo amico l’ha in effetti pronunciata, sbagliando tuttavia completamente le tempistiche: oramai, infatti, l’azienda è stata dichiarata ufficialmente in vendita e neanche i vertici dirigenziali credono più a tutte le liturgie e alle panzane che hanno messo in piedi.
 
Infatti, alle sue parole, le reazioni degli astanti, in primis i dirigenti, sono risatine e sberleffi, quasi che il malcapitato fosse nudo con colla, piume e le orecchie da asino sulla testa (se qualcuno avesse avuto cappellini colorati e trombette, sarebbero state usate anche quelle).
Addirittura, il dirigente in capo, presente anch’esso alla lassativa riunione, perplesso per la mancanza di buon senso del giovane, lo apostrofa pubblicamente e ironicamente: "Bianchi, io spero che il suo cuore batta per cose più degne della Business Unit!"
E pensare che qualche mese prima era proprio questo dirigente ad arringare retoricamente gli astanti nel gettare il proprio organo pompante oltre la trincea nemica.
Ora invece sono rimasti solo pochi soldatini con il moschetto in mano che non hanno capito che la guerra è finita e continuano a presidiare la loro postazione nell'unico modo che sanno fare: usando l'aziendalismo più convinto!
Sic transit gloria mundi.
 
Mesti saluti
 
                    Il Dipendente Disilluso

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