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domenica 27 ottobre 2013

La Bufala



Continuiamo il discorso sulle agenzie di selezione.
Oltre a non essere in grado di valutare in maniera sensata i candidati, le iniziative di reclutamento delle agenzie sono spesso assolutamente inconcludenti: sono perfettamente capaci di chiamare un candidato e proporgli un colloquio, magari lontano, anche senza avere opportunità concrete, ma solo per arricchire i loro archivi.
Oppure sono capaci di mettere in piedi iniziative ancora più elaborate e geniali nella loro mancanza di sostanza, come quella che è capitata al Dipendente Riluttante e che si può vedere nello scambio di mail qua sotto.

 

Il giorno 07 agosto 2013 16:37, Stefania Rossini ha scritto:

Egregio Dipendente Riluttante,
faccio riferimento al contatto che le ho richiesto in Linkedin relativamente al progetto fiera sulle smart energy.
La ringrazio innanzitutto per la sua risposta. Le chiedo se mi riesce ad inoltrare copia del suo curriculum in modo da poterne prendere visione e poter fissare un'intervista telefonica, ove capire al meglio la sua esperienza e spiegarle meglio il progetto.
Io sarò operativa fino a Venerdì, rientrerò dalle ferie il 27 Agosto.
In attesa, porgo cordiali saluti

Stefania Rossini

HR Specialist

 

---------- Messaggio inoltrato ----------

Da: Dipendente Riluttante
Date: 01 ottobre 2013 09:38
Oggetto: Re: fiera smart energy
A: Stefania Rossini

Buongiorno Dottoressa Rossini,
come ricorderà dalle mail qua sotto, ci eravamo sentiti a Luglio scorso quando mi avevate illustrato il vostro progetto per la fiera Smart Energy e mi avevate detto che ci saremmo risentiti a fine Settembre.
Non avendo però avuto altri contatti volevo chiedervi un aggiornamento su questa iniziativa per sapere se sta ancora proseguendo o meno, soprattutto per quanto riguarda la mia candidatura.
Rimango in attesa di una vostra cortese risposta e vi saluto cordialmente

            Dipendente Riluttante

 
Il giorno 01 ottobre 2013 10:08, Stefania Rossini ha scritto:

Gentile Dipendente Riluttante,
facendo seguito alla nostra intervista telefonica ho il piacere di confermarle che For Your Job è Career Partner di Smart Energy Expo, la prima fiera internazionale sull’efficienza energetica e sulla white-green economy, in programma presso Veronafiere dal 9 all’11 Ottobre 2013.

La nostra rete di Career Center in Italia e all’estero si focalizza sulla creazione di un network di candidati in linea con i requisiti richiesti dal mercato white-green economy per specifiche aree di specializzazione.
Smart Energy Expo è un evento innovativo, una task force di pensiero interdisciplinare che ha il fine di condividere business all’avanguardia e creare un network di alta competenza.

Come Career Partner di Smart Energy Expo, For Your Job sarà presente all’interno della manifestazione con un ampio spazio espositivo (Area dei Servizi, posizione C5.3) e sarà un’importante occasione per poterci incontrare. A tal proposito For Your Job le ha riservato un invito gratuito che riceverà alla mail comunicata e che le permetterà di confermare la sua registrazione .

Inoltre, venerdì 11 Ottobre dalle ore 14.00 alle ore 14.45 In Job sarà protagonista di un workshop dedicato al tema della flex-security nel mercato white-green economy con la presentazione di una panoramica dei profili emergenti richiesti dal settore.

L’occasione è gradita per porgerle Cordiali Saluti

Stefania Rossini

HR Specialist

 

Stordito da queste incredibili raffiche di aziendalese al Dipendente Riluttante stava cominciando a uscire sangue dal naso per lo sforzo di tradurre questi concetti in italiano corrente e, se fosse stato un fumetto, sopra di lui sarebbe comparso un grande punto interrogativo in grassetto. Nella realtà, anche se ormai cominciava a pensare a una enorme bufala decide di scrivere per avere maggiori informazioni per capire se valeva la pena fare un viaggio (non rimborsato) e prendere ore di ferie per partecipare a questa iniziativa annunciata da una simile schiera di definizioni in inglese-aziendalese che pur rileggendole non gli sembravano significare veramente nulla.

 

Da: Dipendente Riluttante
A: Stefania Rossini
Inviato: Martedì, 1 ottobre 2013 12:18:24
Oggetto: Re: fiera smart energy Verona-For Your Job-

Buongiorno Dottoressa Rossini
la ringrazio per la sua mail, ma non mi è chiara l'organizzazione di questa iniziativa in fiera.

Mi dicevate che voi, dopo aver valutato una serie di profili, li avreste presentati ad aziende presenti in fiera, in modo da approfittare di questo appuntamento. Per questo motivo le chiedo se questa modalità è confermata e se avete già definito eventuali appuntamenti di presentazione di candidati alle aziende potenzialmente interessate oppure se avete altre modalità con cui volete procedere e nel caso quali sono.
Dovendo prendere dei giorni di ferie per essere presente in fiera, io verrei solamente se ci sono delle opportunità concrete di incontro e non solamente per visitare la fiera e partecipare alle conferenze.

Rimango in attesa di una sua cortese risposta e la saluto cordialmente

          Dipendente Riluttante

La risposta non si fece attendere, anche se, come previsto confermava i sospetti sul vuoto pneumatico che stava all’interno di questa iniziativa roboante.

--------- Messaggio inoltrato ----------

Da: Stefania Rossini
Date: 01 ottobre 2013 14:46
Oggetto: Re: fiera smart energy Verona-For Your Job spa-
A: Dipendente Riluttante

Buongiorno a lei,
           ha fatto benissimo a chiedere questo chiarimento: la fiera vuole essere un'occasione per sviluppare relazioni che potrebbero avere sbocchi futuri. Anche per noi è un momento di conoscenza sia delle aziende sia dei candidati. In base ai contatti che si svilupperanno dopo l'evento fieristico è possibile che i fabbisogni delle aziende si concretizzino in opportunità e quindi si possa dare un seguito all'attività. Quindi l'organizzazione delle giornate è molto orientata al network e a conoscere i ns candidati personalmente. In fiera non verranno svolti "colloqui di lavoro" poichè non sarebbe il contesto migliore per questo tipo di attività.
Per rispondere quindi alla sua domanda non posso garantirle dei colloqui.
Spero di averle chiarito meglio il ns ruolo

Un cordiale saluto

Stefania Rossini
HR Specialist

Veramente il dubbio che rimane al Dipendente Riluttante e' proprio quello sul ruolo di questa brillante agenzia e sullo scopo di questa simpatica iniziativa.....

giovedì 24 ottobre 2013

Agenzie di selezione

 

 
Il fantastico mondo dell’azienda tende a inglobare nelle sue assurdità ogni contesto della vita reale e, anche se fortunatamente esistono degli ambienti e delle zone di resistenza (e questo blog vuole essere uno di questi), di fatto perlomeno quello che ruota direttamente intorno all’azienda ne condivide le isterie, le assurdità e soprattutto la assoluta mancanza di sostanza che sta dietro alla maggior parte delle iniziative, mentre quelle poche che ne hanno un po’ vengono gonfiate artificialmente con operazioni di marketing, frasi a effetto e acronimi fantasiosi.

Uno di questi casi è quello delle agenzie di selezione, che invece di fare il loro lavoro cercando di sforzarsi per trovare metodi di valutazione dei possibili candidati per una posizione che abbiano lo scopo di stimare le loro competenze, abilità e aspirazioni, si basano di solito sulle assonanze e su nebulose valutazioni psicoattitudinali o legate agli atteggiamenti esteriori o alle situazioni esterne alla sfera professionale.
Se, ad esempio, un candidato ha iniziato a lavorare come impiegato ufficio acquisti presso un’azienda di motori elettrici verrà sempre selezionato per posti per ufficio acquisti in aziende di comparti molto vicini, anche se le sue aspirazioni sono altre e magari anche se sarebbe un eccellente addetto stampa ad esempio. 

Di fatto perciò se vuole cambiare mansione l’unica cosa sensata sarebbe inventarsi esperienze fasulle, o fare come il nemico (ooops come l’azienda volevo dire) e gonfiare e abbellire tutto il suo curriculum: purtroppo la maggior parte delle persone ha degli scrupoli nel fare ciò e perciò il confronto è impari.

 



mercoledì 23 ottobre 2013

"Team building".....


 
 


Dopo il post della volta scorsa, ecco la seconda puntata del racconto della Dipendente Recalcitrante sugli efficaci metodi con cui l'azienda riesce a costruire lo spirito di squadra, o come ama dire il "Team Building".

Oggi quel Gran Genio del mio Capo mi convoca in pieno pomeriggio, spalanca le porte, chiedendo a tutti i collaboratori di andare un attimo da lui. Ci raduna con estrema urgenza e mi preoccupo: mi domando cosa possa essere successo di così grave da interrompere tutte le attività, ma ci rassicura dicendo che sarà una cosa veloce.
Siamo tutti nel suo ufficio, radunati, in piedi ed ascoltiamo: attacca recitando il copione dell’Entusiasta Responsabile del Personale, sull’esigenza di dare continuità alle occasioni di incontro tra colleghi, perché è molto importante il team, la collaborazione (organizzare meglio i processi è considerato molto meno importante!). Hanno quindi pensato a una bella degustazione di vini, in una cantina locale, ma il budget è finito, quindi, memore delle esperienze precedenti, ammette che ognuno dovrà pagarsi la sua degustazione.
Mi irrigidisco.

Tra responsabili stanno discutendo proprio sul prezzo della degustazione, perché hanno calcolato un certo numero di bottiglie, un po’ di antipasti e ammennicoli vari. Entriamo nei dettagli e, mentre torno indietro con la memoria ai felici giorni dell’organizzazione del mio matrimonio, mi elenca  quanti vini rossi e quanti bianchi degusteremo e ci avvisa che il costo totale sarà di 50€ a testa. Con qualche variante, riducendo il numero di vini, potremmo scendere a 45€, ma parliamo di vini di ottima qualità! Ci tiene a specificare che usciremo dalla degustazione con la pancia bella piena, cioè non sarà necessario recarsi successivamente in un ristorante per la cena e ci chiede con grande candore se siamo disposti a pagare questa cifra.
Quindi la terrificante situazione che si è creata è che, nel pieno di un produttivo pomeriggio, devo rispondere al mio capo, davanti a tutti i miei colleghi, se sono disposta a spendere 50€ per una degustazione di vini o se ritengo il prezzo troppo alto?!?
Volevo morire, speravo in un fulmineo infarto. Così oltre a togliere me stesso dall’imbarazzo, avrei salvato anche i miei colleghi di reparto.
 
Con quale sensibilità, con quale delicatezza, ti viene in mente di entrare in un dettaglio così privato come quello economico, specialmente in questi tempi di crisi?
Perdura il silenzio e io, ormai navigata sul gestire situazioni di emergenza, chiedo che data è stata scelta e liquido velocemente dicendo che sono impegnata (prima che qualche collega mi rubi l’idea!).
Di nuovo silenzio, tutti in piedi, nessuno con il coraggio di dire che spendere 50€ per bersi un paio di bottiglie, di sabato pomeriggio, con il proprio capo, non è così entusiasmante come programma.
A quel punto quel gran Genio del mio Capo cerca di rompere il silenzio affermando che in fondo … 50€ sono la normale spesa per uscire a cena. Cosa???? Non so lui dove vada a cena, ma io, con 50€, ci mangio la pizza con tutta la mia famiglia: se deve farmi i conti in tasca, almeno che li faccia giusti. Io 50€ per una cena non li spendo!
Il finale è tragico: un collega poco scafato, sentitosi alle strette, ammette che economicamente non può permettersi questa degustazione: per lui il costo è troppo alto.
Il Gran Genio del mio capo avverte di aver calpestato un escremento male odorante: diventa di tutti i colori e rimanda tutti in ufficio dicendo “Rimanderemo all’anno prossimo, quando avremo il budget”.
 
Distinte lacrime


La Dipendente Recalcitrante

 

venerdì 18 ottobre 2013

La gita aziendale

 
 

Fin dall'apertura di questo blog una delle tesi più importanti che abbiamo cercato di testimoniare e' il fatto che l'azienda ama alla follia la forma, l'apparenza o, per dirla in aziendalese, le tecniche di marketing. Anche nel campo della costruzione dello spirito di squadra, il "team" come l'azienda ama dire, al di la' degli sbrodolamenti ciò che gli interessa è "far sembrare" che si stia costruendo uno spirito di squadra, piuttosto che avere realmente una squadra compatta e rafforzata dalle iniziative effettuate.

I militari da sempre sono maestri nel creare lo "spirito di corpo",è una cosa su cui non possono scherzare, perche' quando si è su un campo di battaglia con il nemico che ti spara addosso a tirarti fuori dai guai non bastano gli slogan e le iniziative pubblicitarie. Proprio per questo le cerimonie militari sono tanto commoventi perchè di solito dietro a ogni gesto c'è una motivazione e un significato.
E soprattutto non si trascurano aspetti della psiche umana e delle dinamiche relazionale nei gruppi, che anzi sono conosciute perfettamente e utilizzate per lo scopo primario.

E in azienda?
In azienda dopo aver enunciato una serie di frasi, immagini e depliant ad effetto, sono poi capaci di combinare cose come quelle che ci racconta la nostra Dipendente Recalcitrante...

Quando l’azienda ha terminato i soldi per offrire cene o attività ai dipendenti per motivarli e per fare gruppo, non resta che organizzare le stesse facendole pagare al dipendente. 
La prima volta capitò a inizio estate: venne organizzata la visita presso un’azienda agricola con invito aperto anche ai bambini.
Le ultime proposte avevano riscosso un tiepido successo e modeste adesioni, così l’Entusiasta Responsabile del Personale si fece furba: lanciò l’invito, completamento privo di dettagli, che sarebbero stati forniti in seguito.  Così presa dal senso di colpa, dalla paura di finire nella lista nera degli asociali, accettai in stile Fantozziano, ringraziando per tanta umanità.
I dettagli forniti in seguito svelarono che la visita era prevista di sabato: del resto chi non vorrebbe passare una giornata di vacanza presso una fattoria, con i propri figli, le mucche, le galline, il tuo capo ufficio, il capo del capo e tutti i tuoi colleghi di ufficio?

L’invito era accettato, ma saputo che il simpatico incontro era stato programmato di Sabato, qualche giorno prima della visita alla fattoria, la metà dei colleghi si ritirarono causa “malattia del figlio”. Era la stessa scusa che pensavo di utilizzare io, ma essendo stata ormai inflazionata rimasi fregata.
Sorprendentemente la giornata fu abbastanza piacevole, i rapporti erano informali, nessun accenno al lavoro, i bambini presenti si divertirono molto e il pranzo fu davvero ottimo. Al momento di saldare il conto, il capo del mio capo scandì ad alta voce le seguenti parole rivolte al cameriere: “Il conto è da dividere per 10 adulti, per i bambini ci fate il prezzo baby?”. Non potevo credere alle mie orecchie! Avevo rinunciato al mio giorno libero e dovevo anche pagarmi il pranzo! Da quella volta giurai “mai più” e come me, anche altri colleghi presero a rifiutare cortesemente tutti gli inviti. Seguirono durante l’estate altre due gite sociali: un giro in bicicletta seguito da cena (3 adesioni), la visita presso un laboratorio orafo (5 adesioni).
 
Pensavamo che questo scarso successo avrebbe fatto desistere l’Azienda da proporre altre simpatiche iniziative di questo genere. Purtroppo il peggio doveva ancora venire.
 
                                                                                                                La Dipendente Recalcitrante

 

venerdì 11 ottobre 2013

Il sole di Ottobre








Oggi era una classica splendida giornata di Ottobre con la luce nitida, ma un po' obliqua che c'è solo in questo periodo. Era un richiamo bellissimo a cui non potevo resistere e ho allungato la pausa pranzo di 2 ore, inventando una scusa per il ritardo e inserendo poi due ore di permesso.
Tre ore e mezzo che ho passato all'aperto, a camminare nei boschi vicino a dove lavoro, inebriandomi di quell'aria limpida come una sorgente.
Tornato in ufficio ho lavorato fino alle 19,00 come non mi succedeva da settimane, concentrato e lucido e ho terminato i compiti più impegnativi di questo periodo.
 
In un mondo perfetto non avrei avuto bisogno di inventare scuse, mandando sms al Responsabile Intermedio dicendo di avere avuto un ritardo all'appuntamento che avevo in banca. In un mondo perfetto sarei semplicemente uscito preferendo godere quelle tre ore e rotti in mezzo alla giornata e poi finire tardi quella sera e quella dopo, sicuro che avrei avuto l'umore a mille che mi avrebbe poi fatto lavorare molto più concentrato e soddisfatto.
Nel mondo dell'azienda occorre invece strappare questa fetta di vita con determinazione e con sotterfugi.....
 
Perché?

mercoledì 9 ottobre 2013

Orari flessibili: quelli veri e quelli farlocchi






Parlando di orari flessibili, ultimamente ho parlato con un’amica che mi ha descritto quelli che vigono nella sua azienda.

Presenza obbligatoria 9,30-12,30 e 14,30-17,30
Pausa pranzo minimo 30 minuti, max 2 ore (appunto 12,30-14,30)

Per il resto basta che tornino le ore a fine mese: se un giorno si fanno 7 minuti in più, quei minuti finiscono in flessibilità e si possono recuperare come e quando si vuole entro due mesi. Lei mi diceva che era comodissimo: qualche volta andava a correre la mattina e arrivava alle 9, qualche volta andava a pranzo a casa e faceva 2 ore
 
Ecco questo è un vero orario flessibile, e purtroppo aziende che si comportano così sono estremamente rare.
La maggior parte chiama orario flessibile qualcosa che non si avvicina neanche lontanamente a quello per cui dovrebbe servire: fare lavorare serenamente i dipendenti, senza che vadano al lavoro con l’ansia del minuto di ritardo e facendo in modo che possano conciliare le loro abitudini, preferenze, esigenze famigliari con il lavoro, pur salvaguardando le reali esigenze lavorative.

La logica degli orari flessibili fasulli è invece quella di imporre un controllo e una disciplina, la maggior parte delle volte fine a se stessa o che serve per compiacere l’ego degli addetti alle risorse umane.

venerdì 4 ottobre 2013

La tua opinione per migliorare (l’abuso dei sondaggi)



 



L'azienda vuole far pensare di occuparsi del benessere dei dipendenti, ma come in tutto quello che fa, ciò che conta davvero è l'apparenza senza sostanza: ecco la testimonianza, precisa come al solito, della Dipendente Recalcitrante.


Caro Dipendente Riluttante,
nei prossimi giorni mi appresto a compilare l’ennesimo sondaggio aziendale. Già in passato mi sono trovata a dare voce alla mia opinione, ma ho sempre avuto l’impressione che questa voce non uscisse chiara o comprensibile, perché spesso è rimasta inascoltata o, peggio, mal interpretata.

Ricordo con grande dispiacere il sondaggio relativo alla destinazione di una parte dismessa di magazzino e di altri locali. Da tempo molti noi dipendenti chiedevamo di avere a disposizione una doccia. L’azienda in cui lavoravo a quei tempi si affacciava su una pista ciclabile e molti utilizzavano la pausa pranzo per fare una corsa. Qualche sportivo più intraprendente poteva pensare di coprire i 18 km che separavano il centro città dalla zona industriale in cui si trovava l’azienda, essendo il percorso interamente su pista ciclabile, coniugando sport, ecologia, benessere e risparmio. Era però necessario disporre di una doccia nello stabile; se non negli uffici, almeno in magazzino o in officina. Quando l’Entusiasta Responsabile del Personale decise di fare un sondaggio per sondare il volere dei dipendenti, spacciandolo come volere del popolo sovrano, speravamo tutti di poter chiedere una doccia! Il sondaggio era a risposta chiusa, ma tra le possibili scelte comparve addirittura un locale palestra, dotato di cyclette, macchina per pesi, qualche tappetino per organizzare lezioni di aerobica o yoga e una zona spogliatoio con doccia. Perfetto! Tra le altre possibilità di scelta del sondaggio c’era una sala thè e tisane, una biblioteca e un locale di intrattenimento per clienti e ospiti in attesa di essere ricevuti (video multimediali, wireless per la navigazione, cose così …).
C’era molta attesa sul risultati del sondaggio, parlando con i colleghi quasi tutti ammisero di aver chiesto la palestra, ma qualche settimana dopo gli exit pool vennero smentiti ed ebbe inizio la costruzione della biblioteca. Non mi si fraintenda: la biblioteca è una lodevole iniziativa. Posso prendere libri e portarli a casa, oppure sprofondare nei divani Frau durante la pausa pranzo. Ma il dubbio sui brogli del sondaggio mi rimase per molto tempo.  Ad oggi non mi risulta sia stata fatta una doccia, così si continua a spendere soldi in benzina e … in corsi di ginnastica contro la vita sedentaria.

Un’altra volta ci venne chiesto di valutare la rivista aziendale. L’obiettivo era verificare il livello di gradimento della rivista, fornire idee per arricchirla con nuove rubriche, etc. Ho lavorato in diverse aziende e ho notato che a molte società piace l’idea di avere la Rivista Aziendale, la cui redazione era immancabilmente composta da dipendenti (non troppo) volontari che non aveva grandi argomenti di cui discutere. Quella volta l’azienda era veramente piccola, ma l’AD ci teneva particolarmente, così ogni 6 mesi era prevista l’uscita di una decina di pagine. Nelle prime uscite, i poveri colleghi redattori si impegnarono in ampie e articolate spiegazioni dei reparti e dei processi aziendali. Esaurito l’argomento vennero descritti eventi aziendali, ma con un ritardo cronico di 6 mesi e poi, che senso aveva descrivere la Cena di Natale quando quasi tutti i dipendenti erano presenti? Così  la rivista prese a deragliare e comparvero: racconti di vacanze e viaggi, racconti di imprese sportive, improbabili colleghi poeti, ricette e cruciverba. La solita Entusiasta Responsabile del Personale dovette intervenire per rimettere in sesto le cose. Con un nuovo sondaggio.  Ancora una volta parlando tra colleghi, emerse che quello che più infastidiva dell’uscita della rivista, non erano tanto gli argomenti, ma il fatto che venisse stampata su carta e, se necessario, spedita a casa al dipendente! Questa operazione non costava molto, ma era pur sempre un costo economico e ambientale facilmente evitabile con l’invio di una mail allegando un versione PDF della rivista. Così in molti inserimmo la richiesta sia nel questionario, sia nella casetta dei “Suggerimenti”. La risposta unofficial trapelata della redazione su mia insistenza, fu che la rivista stampata fa parte dell’”immagine” aziendale.
 
Dicevo che presto sarò chiamata a un nuovo sondaggio. Nuovo anche nella forma: non si tratta di un sondaggio commissionato da terze parti (come quella volta sul clima aziendale o sulle le retribuzioni) e non si tratta del sondaggio interno all’azienda (come i recenti sul grado di soddisfazione delle pulizie, il servizio della società di noleggio auto, etc). Questa volta è un sondaggio a livello CORPORATE! Ovvero una specie di “sfida” tra  filiali di tutto il mondo: chi avrà i dipendenti più soddisfatti? Quali aree necessitano di miglioramento? Sono le stesse aree per aziende di diversi paesi?

Risponderò con sincerità come in tutti gli altri sondaggi.

Distinti Saluti
La Dipendente Recalcitrante