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giovedì 18 luglio 2013

La sofisticata tecnica di...sparare a casaccio.







Vi ricordate il racconto di qualche tempo fa sulla capacità decisionale?
 
Tutta la storia partiva da un'attività, denominata Attività A, che non aveva una scadenza ben definita e che per di più era difficile da quantificare in termini di tempo.
Come avevo raccontato, visto che l'attività era abbastanza complessa che non si avevano precedenti esperienze e per di più che c'era bisogno del lavoro di diverse persone in diversi enti, che naturalmente avevano anche altri lavori da svolgere, la cosa più sensata da fare sarebbe stata quella di non dare date precise e indicare solamente un periodo generico.
In alternativa si sarebbe dovuta fare un'analisi più precisa, suddividendo l'attività in sezioni più semplici, valutare il lavoro delle varie persone, verificare la tempistica di queste persone ed eventuali conflitti con altri incarichi e alla fine stimare una data più precisa. Esistono tecniche specifiche e programmi sofisticati per fare questo tipo di analisi, nel caso che si decida che sia indispensabile quantificare in maniera più precisa una scadenza.
In questo caso però non esistevano richieste così stringenti e quindi non era molto utile seguire un simile approccio, ma invece di fare quello che il buon senso avrebbe suggerito, in questa situazione il nostro brillante quadro intermedio aveva pensato bene di sparare una data a casaccio e presentarla alle agenzie commerciali.
 
Ovviamente le cose sono andate come era naturale che avvenisse e la scadenza di fine Maggio decisa a casaccio non è stata neanche sfiorata.
Attualmente una persona di uno degli enti coinvolti, ha comunicato che non può fare una delle attività richieste perché deve svolgere altri lavori (che fanno capo peraltro allo stesso brillante quadro intermedio) e quindi ha comunicato questo conflitto chiedendo quale attività sia più importante altrimenti l'Attività A ritarderà ulteriormente anche sulle ultime scadenze previste (sempre con la tecnica sofisticata di "sparare a casaccio").
Non ci sarebbe però nessun problema in tutto questo, perché comunque l'Attività A è andata comunque avanti e ormai è completa all'80% e quindi tutto fa pensare che entro breve potrà essere completata e sarà comunque un lavoro ben svolto.
 
Il problema però è che in teoria il responsabile dell'Attività A è proprio il Dipendente Riluttante, anche se in realtà le scadenze e le tempistiche non le ha potute decidere lui, ma il suo brillante responsabile. Il quale naturalmente ora non prenderà semplicemente atto che era praticamente impossibile rispettare la prima scadenza, e del resto nessuno glielo aveva garantito, ne abbozzerà come dovrebbe essere se si fosse trattato solamente di un gioco delle parti per tenere comunque in tensione la struttura.
Al contrario, il Dipendente Riluttante anche se ancora non è avvenuto sa perfettamente che una volta che il responsabile intermedio si renderà conto dell'ulteriore teorico ritardo (perché è un ritardo su una scadenza solamente immaginata) comincerà un bel pistolotto sulla responsabilità di far rispettare i tempi, senza considerare che questo sarebbe giusto se chi deve prendersi questa responsabilità avesse la possibilità di fare delle stime e delle analisi, prendersi eventuali margini e avere anche delle risorse affidate perlomeno per una certa quota. In caso contrario sarebbe come contestare a un carrozziere un preventivo che ci si era fatti da soli.
 Oppure è semplicemente una ennesima dimostrazione che esiste un'unica attività in cui i migliori dirigenti e quadri aziendali sanno sempre eccellere e non temono rivali.

L'antica arte di fare i froci con il culo degli altri.

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